Economia e Sanità

MAI INCHINARSI A LOGICHE DI PROFITTO E TECNICISMO

PUBBLICATO SU AVVENIRE 16 GENNAIO 2020

È illuminante e fondamentale poter ricevere parole e sostegno come quelle espresse nel messaggio in occasione della tradizionale Giornata del Malato; diventano aiuto significativo per tutti noi e in modo del tutto particolare per le persone ammalate. ‘Persone’ come dice il Papa con l’aggettivo ‘ammalate’. Al centro comunque e sempre la persona che si confronta con situazioni difficili e problematiche; passare dal curare al prendersi cura, sino al farsi carico.

Credo che davanti ad affermazioni di questa limpidezza ciascuno possa essere d’accordo; la fatica è come concretamente riuscire a realizzare ogni giorno quanto lodevolmente auspicato dal Papa.

i vincoli sono tanti: Il personale curante sempre più compresso all’interno dei raggruppamenti omogenei di diagnosi (DRG) stringenti; la carenza strutturale del personale sanitario; il personale curante preoccupato di rispettare le richieste onde evitare lo sforare dei bilanci; le difficoltà nel rispondere alle esigenze sempre più urgenti di coloro che si trovano investiti da situazioni complesse, ecc.

Come rendere operante la presenza spirituale e/o religiosa laddove il rischio è vedere, nel concreto, al centro la prestazione richiesta dai diversi operatori coinvolti? Spesso mi sembra di vedere proclamata la retorica del tempo della comunicazione; concretamente però viene tenuta in considerazione pochissimo.

Curare è realmente prendersi cura di quanti si affidano ai curanti. il rischio che mi sembra di cogliere è che prevalgano logiche di tipo economico, e che ci si inchini alla massiccia presenza della tecnologia e al conseguente profitto quali divinità, giungendo poi, di fatto, a lasciare in secondo piano la dimensione umana. Credo peraltro utile ricordare che in Italia la salute è un diritto costituzionale mentre a livello internazionale la salute viene vista e percepita sempre più come merce, con le conseguenze che possiamo ben immaginare. Non bisognerebbe mai dimenticare quanto si afferma nella legge n. 219 del 2017 (art. comma 8) “. Il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura”.

Penso che ciascuno auspichi affinché la buona sanità italiana possa diventare sempre più riferimento significativo non solo all’interno della nostra nazione ma a livello globale, conservando quell’autentica umanità così bene espresse nelle parole di papa Francesco diventando sempre più “locanda del Buon Samaritano”.

don Tullio Proserpio

Cappellano

Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano

Da Vita 07 marzo 2019 Ricerca & Speranza

Quale ricerca in sanità, tra costi e valori

Tullio Proserpio

L’evoluzione delle conoscenze in campo biomedico ha portato negli ultimi decenni a indiscutibili miglioramenti della vita delle persone malate. Tra le conquiste importanti sono senz’altro da ricordare le approfondite conoscenze sui meccanismi biologici di alcune malattie e dei meccanismi di cura, gli aspetti genetici e l’apertura di nuove fronti di trattamento di patologie un tempo ritenute intrattabili.

Accanto a questi progressi si registrano però alcune caratteristiche che meritano una più ampia riflessione per il loro impatto sull’attuale situazione e il futuro nel campo della salute. In particolare si può notare, con una tendenza crescente, la ricerca accompagnata a grandi esigenze di finanziamenti e ha avuto come focus prevalente lo sviluppo di prodotti tecnologici in una cornice industriale in cui il rendimento economico è stato il principale riferimento di valore.

Da alcuni decenni tuttavia emerge in modo sempre più rilevante il ruolo di altri fattori centrali nella cura che non si riferiscono a dimensioni biologiche ma dimensioni antropologiche, psicologiche, valoriali, relazionali e spirituali.

Emerge in modo sempre più evidente che i criteri per una buona produzione industriale quindi non sono sufficienti per definire una buona cura della singolarità della persona malata. Ecco quindi comparire nel campo della ricerca nuovi soggetti con nuove voci. Tendenze emergenti considerano ad esempio l’esperienza dei pazienti, di pazienti reali, come portatori di conoscenze sull'esperienza di malattia, da integrare assolutamente con le prospettive che hanno i clinici della patologia.

In questo panorama dove spesso è considerato di valore soprattutto ciò che rende in termini economici diretti, sono quindi meritevoli di sviluppo anche ambiti di ricerca come quelli citati che possano sostenere aspetti rilevanti di attenzione alla persona malata. Così come il fatto che il tempo di comunicazione sia realmente considerato tempo di cura, al di là della retorica, e che la considerazione verso il dolore e le terapie palliative raggiungano una più completa integrazione con la clinica.

Queste e molte altre dimensioni hanno ricadute sulla vita delle persone in modo molto più ampio rispetto al valore attribuito economicamente dagli attuali criteri di contabilità economica delle prestazioni dei sanitari.

Esistono ricerche ancora sparse ed iniziali, spesso opera di gruppi spontanei di studiosi, animati da curiosità e voglia di cambiamento, che indagano dimensioni generalmente trascurate dalla medicina. In questo ambito ad esempio è stato condotto presso l’Istituto dei Tumori di Milano uno studio con un èquipe multidisciplinare che ha tentato di ottenere dati oggettivi a sostegno di intuizioni ben note a tutti come il fatto che il sostegno degli ammalati è dato in misura molto rilevante dalla relazione, dalla fiducia e dalla speranza.

Quello che registriamo, alla luce dell’esperienza sul campo, è quindi l’importanza di una ricerca capace di intercettare i reali bisogni della persona malata e non limitata alla ricerca orientata dai criteri della produttività economica immediata.

Certamente occorre che cambino alcuni parametri. Che accanto ai valori economici si torni a dare valore a dimensioni come la relazione, l’accoglienza, il sostegno, l’incoraggiamento, la fiducia, la speranza che hanno un’antica origine e costituiscono cardini della nostra civiltà ma che rischiano di essere messi in secondo piano rispetto a valori facilmente contabilizzabili, con rendimenti alti a breve termine. Che l’attenzione, la cura, la speranza sostengono le persone malate, assicurano un più corretto uso delle risorse sanitarie, accelerano la riabilitazione e potrebbero probabilmente ridurre il contenzioso che è una fonte di enormi costi per il sistema sanitario e di disagio per gli spessi operatori. Tutti fenomeni di grande impatto, non solo personale ma anche economico, che necessitano tuttavia di parametri dedicati su cui occorre ancora molte ricerca, dibattito e riflessione.

Non mancano negli anni voci che segnalano la necessità urgente di questa evoluzione anche nel campo della ricerca.