Recensioni
ANATOMOPATOLOGI EBREI AL TEMPO DELLE LEGGI RAZZIALI ITALIANE
La morte del medico Giuseppe Jona, che si tolse la vita in una notte di settembre del 1943, ci racconta di un sacrificio e di un presagio. L’anatomo-patologo e capo della comunità ebraica di Venezia intuì prima di altri che in quei giorni in Italia si stava passando dalla persecuzione dei diritti alla persecuzione delle vite. I nazisti gli avevano chiesto di consegnare le liste degli ebrei della laguna e Jona sapeva di quali metodi erano capaci pur di estorcere ciò che volevano. Così disse ai nazisti di tornare il giorno dopo, bruciò le liste, fece testamento e si diede la morte. Del dialogo con una giustizia che travalica i destini terreni, del contenuto di un testamento che riflette la vita di un “medico dei poveri” (così a Venezia chiamavano il dottor Jona) interamente dedito alla cura del prossimo, della fermezza pacata dei suoi ultimi atti e del destino di altri medici ebrei nell’Italia delle leggi razziali ci parla un articolo di Carlo Patriarca, Giorgio Sirugo e Mattia Barbareschi pubblicato in questi giorni su Pathologica (https://www.pathologica.it/article/view/713), accompagnato da un editoriale del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni (https://www.pathologica.it/article/view/750).
L'ARTE DI LEGARE LE PERSONE
Un libro che "racconta la malattia mentale per quello che realmente è: un’enorme sofferenza, un grande enigma impastato di passione, amore e vita". Così lo descrive una recensione di Giulia Galeotti sull'Osservatore Romano
L’arte di legare le persone (Torino, Einaudi 2021, pagine 200, euro 18,50) — è il frutto dell'esperienza di quarant'anni di lavoro dell'autore Paolo Milone presso un centro di salute mentale e un reparto ospedaliero di psichiatria d’urgenza.
Finalmente un libro che non traccia separazioni tra noi e loro; tra il malato e il sano; tra chi sta dentro un centro mentale e chi ne ignora addirittura l’esistenza. E questo non in nome dell’uguaglianza vuota («Negare l’esistenza della follia dicendo che siamo tutti uguali è annullare la diversità dell’altro, rendendo tutto grigio»), ma perché il disagio mentale può essere raccontato — prima ancora che affrontato — solo con una presa in carico collettiva.
Alla sera della vita
Riflessioni sulla fase terminale della vita terrena
Editoriale Romani
Il documento, scritto dall'Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI, è stato discusso dalla Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute, e ora viene pubblicato a cura dell'Ufficio come strumento pastorale offerto a tutti.
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Una presenza per una speranza affidabile. L'identità dell'Hospice cattolico e di ispirazione cristiana
Il tavolo degli Hospice cattolici e di ispirazione cristiana si propone di dare rilievo alla loro presenza sul territorio e nella comunità cristiana, anche attraverso percorsi di presentazione del documento “Una presenza per una speranza affidabile. L’identità dell’Hospice cattolico e di ispirazione cristiana”.
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Libro Bianco per la
Promozione delle Cure
Palliative nel mondo
La Pontificia Accademia per la Vita, accogliendo l’esortazione di Papa Francesco, ha avviato da anni il Progetto PAL-LIFE per promuovere iniziative a favore dello sviluppo e della diffusione delle cure palliative nel mondo e della promozione di una cultura della cura e dell’accompagnamento dei malati sino al passaggio della morte.
Il Libro Bianco: il “White Paper”, prodotto dal gruppo di esperti, raccoglie diverse raccomandazioni per diffondere una migliore cultura delle cure palliative nel mondo.
Per scaricare gratuitamente il libro: Link
La speranza nei malati oncologici E onco-ematologici. Prospettive pastorali alla luce di una ricerca sul campo
Edizioni Glossa, Milano 2020.
Il libro di Tullio Proserpio insegue la speranza, tra le pieghe dei libri di teologi come Jurgen Moltmann ed Ernest Bloch, o tra le corsie dell'ospedale in cui opera da tantissimi anni, incontrando centinaia di persone e lasciandosi interrogare e interpellare dalle domande vere che abitano il cuore degli uomini, delle donne e dei bambini chiamati ad affrontare una malattia importante come il cancro. Tullio Proserpio non si accontenta però della testimonianza ma prova ad indagare il peso della speranza nel percorso terapeutico con una ricerca sul campo di cui il libro dà conto.
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